Il Giornale da muro, realizzato per “Viaggi nelle terre del rimorso” e allestito nel Borgo di Corigliano d’Otranto, parte da una riflessione su una “tradizione” ormai edulcorata dalle malìe dello spettacolo, una vetrina che non tiene conto del DOLORE, di ciò che è all’origine del RITO-MITO TARANTATO. Un dolore irrisolto, che continua e muta, che strappa dalla vita ogni energia. Non c’è più il RAGNO a farsi simbolo di mancanza, si è trasformato, il desiderio d’AMORE trova altri nomi per dichiararsi, le PAROLE mancano ancora e i SENSIBILI non ballano più presi nella tana del SILENZIO aspettano. Non c’è più folla ad attendere che il SANTO risolva, pochi guardano, pochissimi sanno intessere una RITO risolutore, anche la musica è cambiata. Non serve allora la NOSTALGIA di ciò che non è più, serve disporsi all’ASCOLTO, delle PERSONE e del MONDO.
Il Giornale da muro è stato realizzato in collaborazione con i laboratori di Attività espressiva del Centro sui Distrurbi del Comportamento Alimentare - ASL Le.
Un mondo fatto di attaccature, di strappi, di forbici per agire cut-up e “singhiozzi” di parole. Quello divenne più o meno dagli inizi degli anni Ottanta, il mondo di MOTUS. Nelle immagini le possibili sospensioni, le suggestioni, i sussurri di una poesia verbo-visiva che prende corpo divenendo foglio comunicante, voce, “pagina” in cerca di se stessa e in cerca di sguardo, di condivisione, in un mondo soffocante e soffocato, dimentico della creatività.