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L'archivio Giuseppe Palumbo

Le immagini che parlano al cuore. Un patrimonio di grande valore antropologico, storico e sociologico.

L’archivio delle immagini di Giuseppe Palumbo consiste in oltre 1700 fotografie da lui realizzate. Gran parte delle lastre originali sono state donate al Museo Sigismondo Castromediano altre sono in possesso della figlia dell’autore.
L’importanza dell’archivio di Giuseppe Palumbo risiede non solo nell’alto valore antropologico, storico e sociologico ma anche in quello artistico. Tutto il lavoro documentaristico di Palumbo è da considerarsi come un’unica opera portata avanti con metodo e costanza nel tempo attraverso l’utilizzo e la sperimentazione del linguaggio fotografico. Le immagini di Palumbo quindi parlano agli occhi, per la componente estetica, alla quale fin da giovane dette particolare spazio, all’intelletto di chi vuole riflettere e conoscere il proprio territorio, ma anche al cuore, per l’amore con cui lo ha raccontato per i suoi successori.
Il lavoro complessivo del Palumbo permette di sviluppare diverse riflessioni. Da una parte c’è la possibilità di apprezzare il suo lavoro come fotografo del territorio, delle persone che lo abitano, dei monumenti presenti, dei sui prodotti naturali e artigianali. Dall’altra parte, si può provare a riscoprire, riprodurre e interpretare in chiave attuale le sue diversificate ricerche. A tal fine il corpus delle sue foto può essere visto non solo come punto di partenza per possibili rielaborazioni, ma si pone al centro di un flusso di narrazioni e differenti azioni progettuali.

Giuseppe Palumbo

Fotografo, studioso e conferenziere con le sue immagini ha mappato il Salento, le sue genti, paesaggi, tradizioni e attività produttive dagli inizi del secolo scorso fino agli anni Cinquanta

Il fotografo e studioso, nato a Calimera e vissuto prevalentemente a Lecce, approccia la fotografia sin dalla giovane età e i primi scatti sono datati al 1907. Si ipotizza che abbia acquisito i rudimenti e abbia appreso le tecniche calcografiche e xilografiche frequentando i fotografi che in quel periodo risiedevano a Lecce, Pietro e Augusto Barbieri prima, il Lazzaretti poi. Per quanto possa aver avuto come punto di riferimento l’operato di tali artisti, Palumbo ha sempre adottato un modo del tutto personale nel descrivere e rilevare le ricchezze del territorio, rifacendosi ai canoni del racconto e della ricerca “pittorealista”. I primi interessi sono rivolti ai monumenti preistorici e protostorici e ancora alla cultura popolare contadina con un particolare sguardo alla Grecìa salentina, sua terra natìa.

Il progetto

Il progetto Visioni del Sud nato grazie alla collaborazione tra Big Sur e il Museo Sigismondo Castromediano – Polo Biblio-museale di Lecce, si propone di riportare alla luce il prezioso patrimonio di immagini raccolte dal fotografo Giuseppe Palumbo dai primi del Novecento fino agli anni Cinquanta.
Dal 2017 l’archivio è stato oggetto di eventi espositivi, laboratori, seminari, incontri che hanno coinvolto fotografi, filmmaker, artisti, designer, paesaggisti, istituzioni ma anche cittadini e studenti del territorio.

Il progetto intende ripercorrere il Salento, a distanza di un secolo, attraverso lo sguardo e l’approccio metodologico di un grande fotografo ancora poco conosciuto.
Il prezioso archivio restituisce una memoria di quello che il Salento è stato ma vuole anche attivare una riflessione sulla contemporaneità, sollecitare uno sguardo critico e sensibile sulle realtà del territorio e creare consapevolezza di un grande patrimonio culturale e ambientale che bisogna nutrire e tutelare.

Documentare vuol dire osservare, comprendere e restituire un’immagine mediata della realtà. Fotografare i luoghi e le persone è un modo per prendersene cura, tutelarli dall’oblio del tempo o dell’abbandono, è un modo per creare senso di appartenenza e di responsabilità sollecitando una riflessione sulle trasformazioni che avvengono nel corso del tempo.

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