Mauro Bubbico non è un “raccontatore” di profondità svelate. Uno che ha fatto della ricerca profonda nelle subculture soggiacenti nei territori non un richiamo a come eravamo e a cosa abbiamo perso, quanto lo stimolo a una loro reinterpretazione per delineare un diverso presente e una proiezione verso un nuovo futuro più consapevole. Attraverso i suoi progetti, rivendica l’appartenenza a un SUD magico, non come operazione retorica ma piuttosto dialettica, che nasce nella necessità di fare emergere una cultura popolare sedimentata in centinaia di anni di miti e di riti, un bestiario grafico che non vuole solo raccontare l’anima di un pensiero meridiano profondamente intriso della sua cultura mediterranea e locale, ma vuole anche, raccordare i suoi destini ad un percorso culturale ampio che attraversa tutta la cultura del novecento.
Mauro Bubbico può essere considerato il vero erede della cultura visiva popolare italiana, che si è formata nella tradizione dell’Italia agricola pre e post bellica e che è ancora viva ai giorni nostri. Non è mai decorativo nei suoi segni, pur costruendo immagini ricche ma di una ricchezza che è l’essenza di quella cultura materiale che riesce a sopravvivere alla natura post-digitale dei nostri contesti.