La storia del Castello De Monti
Da fortezza militare a laboratorio culturale: genesi ed evoluzione del “più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d’Otranto”
Il Castello di Corigliano d’Otranto rappresenta, secondo le parole di G. Bacile di Castiglione, il «più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d’Otranto», e certamente costituisce l’esempio più riuscito del passaggio dalle torri quadre medievali a quelle rotonde rinascimentali.
L’adeguamento alle nuove esigenze belliche, con l’introduzione della polvere da sparo, portò quindi, nel XVI secolo, alla rivoluzione architettonica del castello, che si munì di un profondo fossato e di strutture difensive agili ed efficaci, come le cortine con gli spalti e le quattro torri circolari, abbellite con fregi, dedicate a quattro santi legati a quattro virtù cardinali.
Una facciata barocca realizzata nel XVII secolo, con mensole decorative e figure antropomorfe lungo la balconata, è il volto del Castello de’ Monti di Corigliano d’Otranto così come si presenta oggi. Le statue, poste all’interno di nicchie, rappresentano virtù, i mezzibusti al di sopra delle finestre raffigurano personaggi dell’epoca, mentre sugli architravi trionfano i motti di Andrea Peschiulli.
Nessun arredo, nessun suppellettile ci riporta testimonianza di questo periodo di splendore e ricchezza, quanto invece, alcune modifiche strutturali apportate a partire dal XVIII secolo ci suggeriscono l’uso del luogo per finalità produttive. Il Castello, infatti, da residenza nobiliare, passò ad essere utilizzato come frantoio ipogeo , poi come mulino a vapore ed infine, per gran parte del XX secolo come tabacchificio, seguendo quelle che sono state le vocazioni economico-manifatturiere del territorio.
Dal dicembre 1999 è di proprietà comunale e oggi, con il progetto ‘Castello Volante’, è uno spazio culturale aperto alla comunità e al territorio, un’officina creativa per la produzione di immagini, suoni e visioni.
1505 > 1519
Da avanposto a fortezza
1662
Il Palazzo Ducale
Nel 1649 la dinastia dei De’ Monti si estinse e il castello, dopo alterne vicende, venne messo all’asta e acquistato dai baroni Trane che provvidero, nel corso di tredici anni, a smilitarizzarlo, ingentilirlo e a trasformarlo in palazzo signorile. Il fronte, ultimato nel 1662, così come si legge nel cartiglio collocato sotto la scultura che ritrae Francesco Trani, fu arricchito con i busti di personaggi illustri e con le statue iconologiche raffiguranti i princìpi che devono guidare ogni persona che ambisca ad essere riconosciuta come un gentiluomo. Il castello torna quindi a parlare grazie agli epigrammi incisi sulle architravi delle finestre, composti dal poeta coriglianese Andrea Peschiulli che vanno letti in relazione con le statue a tutto tondo delle nicchie e con i busti di coronamento dei finestroni.
dal 1788 a oggi
L’era moderna
A partire dal 1788, estintasi anche la famiglia Trani, la fortezza venne utilizzata come opificio. Fu mulino e pastificio, la cui insegna, MULINO A VAPORE SAN NICOLA, campeggia ancora sul portale di accesso del castello; fu frantoio per la produzione di olio lampante e infine tabacchificio. Alcune delle sue parti, come i bastioni e il piano nobile, vennero utilizzati come residenze per molte famiglie di Corigliano.
Oggi il castello di Corigliano d’Otranto continua a esercitare il suo fascino attraendo visitatori da tutto il mondo. Non a caso lo storico Filippo Bacile di Castiglione lo ha definito “Il più bell’esempio di architettura militare e feudale del Cinquecento in Terra d’Otranto”.
Dal 2018 è in corso il progetto ‘Il Castello Volante’ grazie a una gestione sperimentale che vede impegnate tre imprese culturali e il Comune di Corigliano d’Otranto. Negli spazi del Castello immagini, suoni e visioni prendono forma e riverberano attraverso un laboratorio multidisciplinare aperto al territorio che mette in dialogo storia, architettura, fotografia, cinema, creazioni musicali, cibo e artigianato riletti in chiave contemporanea.