“Sta cominciando a piovere, il cielo si è scurito, ora posso scrivere. Le cose che erano già belle mi interessano, per questo mi trovo circondato da oggetti che non mi fanno paura e non sono costosi, per ciò posso cancellarli, tagliarli, arrotolarli o truccarli. Insomma, contemplo un luogo dove penso di trovare dei segreti, degli inviti o una persona. Disegno quello che vedo e se si produce un errore lo lascio. La fotografia è noiosa, scatto poco e di malavoglia ma sono ormai bravissimo. I ritratti che ho fatto sono tutte teste di morto che ti guardano alle quali ho sempre impedito di ridere troppo.”
Chi parla è un autore poliedrico che ha ritratto un’epoca, raccontandola da protagonista: Pino Guidolotti. Maestro della moda negli anni Ottanta e Novanta, ha raccontato personaggi, artisti, registi, architetti, designer, attori di teatro e cinema. Una ricerca che non si è fermata al ritratto ma ha abbracciato anche luoghi e città, l’architettura e la grande scultura, dalle Ville Palladiane al Bernini. Dopo aver girato il mondo, Pino Guidolotti si è trasferito in Salento e sfida l’invisibile. Ora si occupa meno di fotografia e più di natura.
Pino è il Caos mobile. Pino is back!