Forse per conoscere il Salento è necessario partire dall’inconoscibile: le presenze megalitiche, per esempio. Un percorso emotivo e misterioso, dialogo ancestrale delle pietre col cielo, la terra, l’acqua e il vento.
Un percorso a due, in questa proposta per Cinema del Reale: la visione di un fotografo del passato che dialoga con quella di un fotografo del presente, Giuseppe Palumbo e Leonello Bertolucci.
La fotografia è una macchina del tempo, come lo sono la memoria e la storia. Il sortilegio della fotografia è la sua capacità di congelare e fissare un momento sottraendolo al fluire inarrestabile degli eventi e della vita. A partire da una foto, noi umani troviamo così un superpotere: riusciamo a viaggiare avanti e indietro nel tempo.
Se poi, oggi come ieri, due fotografi scelgono per soggetto le pietre megaliche, così presenti nel territorio del Salento, il cortocircuito diventa una vertigine. Perché cos’altro sono, Dolmen e Menhir, se non a loro volta testimoni del tempo?
L’opera del fotografo Giuseppe Palumbo è uno straordinario patrimonio composto da 1740 lastre, realizzate dal 1907 al 1959, che ritraggono il Salento arcaico. Questo prezioso archivio, di proprietà del Museo Castromediano di Lecce, è valorizzato attraverso eventi espositivi nel Castello Volante.
Leonello Bertolucci, fotografo professionista che da molti anni realizza reportage per l’editoria italiana e internazionale, ci offre un percorso d’autore attorno alle misteriose e ancestrali presenze megalitiche del territorio salentino. Questo suo lavoro si è anche concretizzato in un libro fotografico dal titolo “Respiri di Pietra” (Lupo Editore).
A tutt’oggi, però, salvo alcune eccezioni, la gran parte dei megaliti salentini, un vero tesoro troppo spesso dimenticato, aspetta ancora un’adeguata tutela e valorizzazione.